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Il segmento testuale Il Resto del Carlino è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 14Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 30

Brano: [...]er il collegio di Livorno, in una lista di radicali ed ex combattenti (ma entrerà poi a far parte del Gruppo socialista autonomo). Nello stesso anno entrò nel Popolo d’Italia, il giornale diretto da Benito Mussolini, e divenne sostenitore di altri organi di stampa legati al fascismo nascente come L’Ardito e II Giornale del Popolo. Alla fine del 1919 Bondi controllava i seguenti quotidiani: Il Giornale d’Italia, Il Tempo, L’Epoca, Il Mezzogiorno, Il Resto del Carlino, L’Ora e II Corriere d'Italia. Era la più grande concentrazione di stampa mai avuta in Italia nelle mani di un solo individuo. Altri organi di stampa venivano condizionati attraverso le sovvenzioni pubblicitarie.

Scrive al riguardo Valerio Castronovo: « L'esame delle spese delI'IIva in questo campo conferma la natura di certi contratti di pubblicità giornalistici che più tardi la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra definirà vere e pro

prie forme di condizionamento diretto della stampa. Di fatto nei conti riservati dell’IIva per il biennio 19181919 figura una somma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 146

Brano: [...] padroni assoluti del giornale, tre anni dopo i fascisti lo trasferirono in una nuova sede, con macchinari modernissimi, facendosi finanziare d all 'Istituto Nazionale delle Assicurazioni.

Nella primavera 1940, autorizzato da Mussolini, il segretario del partito Ettore Muti trasferì la proprietà del “Carlino” a Dino Grandi (v.) che, insieme a suo cognato Aurelio Manaresi, consigliere nazionale, aveva costituito la società anonima Poligrafici Il Resto del Carlino, con capitale di un milione di lire. Manaresi e Grandi riunirono le azioni disperse, suddividendosi in parti uguali la proprietà.

Durante l'occupazione tedesca

Il 26.7.1943, all’annuncio dell’arresto di Mussolini, il redattore capo del quotidiano Giuseppe Longo, spalleggiato dai redattori Gino Tibalducci e Leon Comi ni invitò il direttore Giovanni Telesio ad allineare il giornale in sintonia con l’avvenuto cambiamento politico. Ma la sera stessa, per decisione di Grandi, fu insediato come nuovo direttore l’ex deputato liberale Alberto Giovannini.

Durante i 45 giorni del governo Badog[...]

[...]

Il 2.12.1949 la direzione fu affidata a Giuseppe Longo che, conceden

do larga ospitalità agli editoriali di intonazione socialdemocratica, inasprì la polemica con l’estrema sinistra locale. Agli inizi del 1950 fu stabilita l’appartenenza dello Stabilimento Poligrafici Riuniti al gruppo industriale che lo aveva rilevato, con forte partecipazione del trust zuccheriero Eridania.

I! 14.11.1953 il quotidiano riapparve con la vecchia testata “Il resto del carlino” (sottotitolo “Giornale dell’Emilia”) e dal successivo 23 dicembre rinacque il “Carlino sera”. Agli inizi del 1958 l’Eridania si assicurò il controllo del complesso editoriale, il cui pacchetto azionario passò, dal 1966, nelle mani di Attilio Monti.

Bibliografia: Annuario Stampa Italiana 193132, Bologna 1932; Annuario Stampa Italiana, 195758, Milano 1958; N.S. Onofri, La grande guerra nella città rossa, Milano 1966; L. Arbizzani N.S. Onofri, Giornali bolognesi della Resistenza, Bologna 1966; P. Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, Bari 1973; V. Castronuovo N. Tranfaglia, La stamp[...]

[...]dal 1966, nelle mani di Attilio Monti.

Bibliografia: Annuario Stampa Italiana 193132, Bologna 1932; Annuario Stampa Italiana, 195758, Milano 1958; N.S. Onofri, La grande guerra nella città rossa, Milano 1966; L. Arbizzani N.S. Onofri, Giornali bolognesi della Resistenza, Bologna 1966; P. Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, Bari 1973; V. Castronuovo N. Tranfaglia, La stampa italiana dall'Unità al fascismo, Torino 1976; M. Malatesta, Il Resto del carlino, Milano 1978.

A. Co.

Reti, Paolo

N. a Fiume il 24.2.1900, m. a Trieste nell’aprile 1945; impiegato. Giovane militante del Partito Popolare nel primo dopoguerra, occupato presso l’Ansaldo di Genova, dopo il 25.7.1943 fu tra gli organizzatori della appena costituita Democrazia cristiana e dopo I’8 settembre si impegnò nella lotta clandestina, in contatto con \’Organizzazione Otto.

Avendo contribuito alla preparazione degli scioperi nell’azienda, segnalato alla polizia, dovette abbandonare Genova e si trasferì con la famiglia a Trieste, dove si collegò con don Edoardo Marzari, presid[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 471

Brano: [...]le

1945 (subito dopo la liberazione del capoluogo emiliano, come si vede nella prima pagina, dal « Saluto a Bologna »).

Confezionato ed edito in zona liberata dagli Alleati e presidiata dai partigiani di varie formazioni (nel centro appenninico di Porretta Terme), « Patrioti » venne stampato su 4 colonne, in quattro pagine per numero, formato cm. 28,5x39. Redattore capo (nonché autore di diversi articoli) fu Enzo Biagì, ex giornalista de « Il Resto del Carlino » che, nel marzo 1944, aveva abbandonato il quotidiano ormai totalmente asservito ai nazifascisti per aggregarsi alla Brigata G.L.. Tra i redattori che firmarono con pseudonimi furono: Alpino (Leonardo Gualandi), Beppe (Giuseppe Campanelli), Checco (Francesco Berti Arnoldi Veli), Dott. Wilmo (Wilmo Coppi), Gigino (Luigi Amaduzzi), Lello (Raffaele Leonelli) e Mario (Renzo Bacchelli). Anonimi restarono articoli dettati da Piero Pandiani (Capitano Pietro, comandante della Brigata) e da Alessandro Contini Bonacorsi.

Gli scritti pubblicati affrontavano i probemi del momento e quelli dei giovani[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il Resto del Carlino, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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